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Liza Minnelli, colpita da ictus ?


La 54enne cantante Liza Minnelli sembrerebbe essere stata colpita da ictus la settimana scorsa.
A dirlo è il New York Post.
La cantante era ricoverata al New York Hospital’s Cornell Medical Center per un’operazione all’anca ed sarebbe stata colpita da ictus.

L'ictus, detto anche stroke o infarto cerebrale, rappresenta la terza causa di morte nel mondo. I fattori di rischio sono simili a quelli dell'infarto miocardico: ipertensione, fibrillazione atriale cronica, aterosclerosi, fumo, obesità.
Recenti studi hanno dimostrato che l’ abbassamento dei livelli di colesterolo produce un effetto benefico sulle patologie a base aterosclerotica che possono concorrere a causare l'ictus.
Il principale fattore di rischio per l’ictus è l’ipertensione che si presenta nella maggioranza dei pazienti senza sintomi. Con ipertensione s’intende una pressione sistolica uguale o superiore a 140 mmHg e/o una pressione diastolica di almento 90 mmHg.

Nei Paesi occidentali l'ictus ha una prevalenza del 6-7% nei soggetti con più di 65 anni e rappresenta la prima causa di disabilità e la terza di morte, dopo le malattie cardiache ed i tumori.
In Italia si registrano ogni anno 130.000 nuovi casi. Per il 2008 con l'invecchiamento della popolazione si prevedono 170.000 nuovi casi all'anno.

Sono ad alto rischio di ictus i pazienti con stenosi carotidea. Uno studio, NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial),ha cercato di valutare se l’endarectomia fosse il più efficace intervento di prevenzione.
Un totale di 2885 pazienti con stenosi della carotide sono stati tenuti sotto osservazione per 5 anni: 749 pazienti sono andati incontro a 1039 episodi di ictus.
Dall'analisi dei dati è emerso che il 20-45% degli ictus in pazienti con stenosi della carotide del 70-99%, non sono dovuti alla stenosi carotidea.
L'endarterectomia pertanto deve essere impiegata nella prevenzione degli ictus lacunari e cardioembolici in modo limitato.

Nei pazienti con fibrillazione atriale cronica non valvolare (FANV) esiste evidenza che la terapia anticoagulante sia in grado di prevenire l'insorgenza di ictus e di attacchi ischemici transitori (TIA) .
Uno studio ha valutato se sia preferibile sottoporre a trattamento questi pazienti con il’ anticoagulante Warfarin o con l’antiaggregante piastrinico Aspirina. A 328 pazienti su un campione di 597 è stata prescritta la terapia anticoagulante; il 34% ha ricevuto il Warfarin ed il 21% l'Aspirina. La terapia con Warfarin ha ridotto del 24% il rischio relativo (RRR= relative risk reduction) di esiti clinici sfavorevoli contro il 5% nel gruppo Aspirina.
Il Warfarin è risultato superiore all'Aspirina.L'Aspirina potrebbe trovare quindi trovare impiego nei pazienti che hanno controindicazioni al Warfarin. (Gage BF et al, Stroke 2000; 31; 822-827).

L'influenza della depressione sul rischio ictus non è stata ancora completamente studiata, tuttavia studi epidemiologici indicano che probabilmente esiste una correlazione. In uno studio è emerso che nelle persone anziane la depressione aumenta il rischio di ictus.
Inoltre negli anziani la depressione in molti casi è di origine vascolare ed ha alla base un processo aterosclerotico, un’ipertensione o un infarto miocardico.( Krishnan KR et al, Am Heart J 2000; 140 (4): 70-76).

Per valutare l’ereditarietà della malattia cerebrovascolare il NINDS ( National Institute of Neurogical Disorders and Stroke), attraverso lo studio GENESIS sta cercando nei campioni ematici di alcuni pazienti colpiti da ictus di individuare i geni che sono associati alla comparsa dell’ictus o rappresentano un elemento di rischio , e di valutare l'esistenza di correlazioni tra gruppi familiari.


Carlo Franzini


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